“Ultimo reperto” di Laura Cristinzio a cura di Mariantonietta Picone Petrusa
L’installazione, al centro del monumentale atrio del Museo, propone e “interpreta” la “Villa di Poppea” a Oplonti, suggestivamente sintetizzandone spazi e illusioni prospettiche, affreschi e mosaici. La relazione tra forma architettonica ed idea diventa l’ incipit di tutta l’opera scultorea. Potremmo dire che è un messaggio intenso e diretto che esprime il concetto di bellezza attraverso la metafora del viso di Poppea Sabina.
Due pareti parallele di acciaio cor-ten e di metacrilato rosso, composte ciascuna da 12 pannelli incernierati larghi 1 metro e alti 2, rimandano all’antico contesto e in particolare a un triclinio, alludendo fra l’altro alla presenza della donna e ricordando, attraverso i frammenti sparsi sul pavimento, la catastrofica eruzione del 79 d.C. che seppellì la splendida villa. Completano l’installazione due Polipedi e due Mense, i polipedi e le due mense sono realizzati in metacrilato e disposti lateralmente alla doppia parete.