Radicale, giocosa, drammatica, spregiudicata, accattivante, politicizzata, scomoda, decorativa, elegante, minimalista, kitsch…
Nell’immaginario di tutti l’arte internazionale degli anni Sessanta parla di sperimentazione e reazione all’eredità del passato. Ma, se è vero che in quel decennio tra Stati Uniti e Europa si sono imposti nuovi modi di concepire il ruolo dell’immagine con l’arte e con la vita, è innegabile che la cesura rispetto all’eredità del dopoguerra non fu poi così totale.
Da questa constatazione prende spunto una mostra intensa ed eterogenea, che attinge dalla vasta raccolta permanente del MAGI’900 una selezione di oltre cento opere di altrettanti autori, per ricordare come, accanto alle ricerche e ai nomi che oggi sono ormai ben storicizzati (anche grazie alla loro crescente affermazione nel mercato dell’arte), ve ne furono molti altri, in una polifonia di linguaggi ben rappresentativa di quel clima di totale apertura e germinante creatività .