Un’operazione inedita, questa condotta per Riso dal curatore, Sergio Troisi, con la collaborazione di Alessandro Pinto, e che per la prima volta mette a fuoco e rilegge in chiave critica – anche grazie a numerosi apparati in catalogo – questa stagione felice dell’arte contemporanea in Sicilia che ha visto il ritorno alla pittura come linguaggio d’elezione di una generazione di artisti.
Spiega Troisi: “Costituitasi in un momento in cui la fase del ritorno alla pittura declinava in favore di un diverso orizzonte di proposte concettuali e di nuovi media, la Scuola di Palermo ha individuato il punto di convergenza e irradiazione dei quattro percorsi nell’idea stessa della pittura, della sua materia e della sua stratificata memoria, come luogo di esplorazione del sentimento contemporanee. La stessa pratica di ibridazioni figurative – il cinema, l’illustrazione, il fumetto o la fotografia – con cui le loro opere sono state spesso lette, erano in realtĂ altrettanti sondaggi sulla pittura, sulla sua vitalitĂ inesausta, sul suo stratificato e inesauribile serbatoio di immagini e di processi”.